lunedì 27 marzo 2023

27 marzo 2023 - Tre Cechov: il Teatro Miela di Trieste impegnato in un importante progetto



Venerdì 25 e sabato 26 marzo il Teatro Miela di Trieste ha ospitato un progetto di grande interesse per molteplici aspetti: tre classici del teatro sono stati condensati in altrettanti atti unici di 90 minuti ciascuno e proposti al pubblico uno di seguito all’altro nell’interpretazione degli allievi di una prestigiosa Accademia d’Arte Drammatica.

Il numeroso pubblico, ben disposto a seguire questa non banale maratona, ha potuto così apprezzare e cogliere le analogie e le differenze presenti in Il Gabbiano, Zio Vanja e Tre sorelle di Anton Čechov, tre opere scritte e rappresentate per la prima volta a breve distanza l’una dall’altra, qui rappresentate in un’estensione concentrata (il termine “riduzione” non appare per nulla appropriato), rispettosa dell’essenza del testo originale e dei personaggi (quasi tutti mantenuti) grazie all’intensa drammaturgia di Massimo Navone e Luca Rodella che ne hanno curato la regia.

Non basta. I diciotto allievi della Civica Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano che si sono alternati in scena nell’interpretare i diversi ruoli hanno dimostrato competenze e potenzialità reali, unite alla freschezza del trovarsi sospesi fra l’entusiasmo tipico della condizione “di studio” e quella più strettamente professionale: una magia che soltanto i veri artisti riescono a mantenere nel tempo e che in tale contesto ha fatto sì che si creasse tra attori e pubblico un legame diverso da quello che solitamente si sente quando si va a teatro, reso più stretto anche dalla creazione di un proscenio tra la platea, leggermente arretrata, e il non enorme palcoscenico del Miela e dall’utilizzo di una delle porte di accesso in sala per l’accesso in scena.

A Tre Cechov - questo il titolo del progetto prodotto da Bonawentura - è stata infine aggiunta un’importante appendice: nel primo pomeriggio di sabato si è infatti svolto un confronto tra le nuove generazioni di attori. Gli allievi della Paolo Grassi, assieme ai loro docenti Massimo Navone e Marco Maccieri, si sono incontrati al Miela con i frequentanti il terzo anno presso la Civica Accademia Nico Pepe di Udine e, a partire dalla lezione del giornalista, critico, scrittore e docente Roberto Canziani, hanno avuto l’occasione di ragionare assieme su cosa oggi significhi mettere in scena i classici del teatro.

Si apre il cuore nell’ascoltare gli interventi maturi, puntuali, lucidi di questi ventenni, che ragionano sulla vita e sul domani a partire dal teatro che stanno per mettere in scena; e al contempo ci si espone a una necessaria analisi sulla difficoltà di noi anziani nell’incapacità di leggere la realtà attuale con delle categorie di pensiero ormai superate.

Ma, per riuscirci, dovremmo prima di tutto riconoscere di aver consegnato a figli e nipoti un mondo senza certezze, con pochissime speranze ed enormi responsabilità, chiedendo loro di trovar soluzioni per salvare un futuro che troppo spesso riteniamo non appartenerci e, non soddisfatti, sabotando pure le loro azioni nel continuare a distruggere quel poco che è rimasto.

Fortunatamente, progetti come questo riescono a invertire tale insana tendenza. E non è poco.


Paola Pini


Tre Cechov: grandi classici interpretati da un cast di giovani protagonisti

drammaturgia e regia di Massimo Navone e Luca Rodella
progetto realizzato da Bonawentura e Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano
produzione Bonawentura

Tre sorelle
Olga: Serena Decarli
Maša: Valentina Verre
Irina: Valentina Apostoli
Nataša: Maria Teresa Vannini
Andrèj: Francesco Santarelli
Veršinin: Andrea Zueneli
Solënyj: Davide Gaudiosi
Tuzenbach: Flavio Innocenti
Kulygin: Lorenzo Gatto
Čebutykin: Lorenzo Ribaudo
Anfisa: Ilaria Felter


Zio Vanja
Vanja: Christian Zandonella
Astrov: Lorenzo Ribaudo
Helena: Francesca Massari
Sonja: Zoe Marigo
Serebrjakov: Andrea Zueneli


Il gabbiano
Nina: Beatrice Casiroli / Francesca Giulia Geronimi
Kostja: Samuele Migone
Trigorin: Davide Gaudiosi
Arkadina: Simona Bordasco
Maša: Ilaria Felter
Semën: Lorenzo Gatto


Le foto sono di Michele Sottocasa





 

martedì 21 marzo 2023

21 marzo 2023 - Accolta con gran favore di pubblico la rassegna Protagoniste al Miela: Teatro, stand up, musica e incontri dal 1 al 18 marzo 2023 in un carosello di divertimento e sorpresa, con tanti spunti per riflettere e interrogarsi.



Accolta con gran favore di pubblico la rassegna Protagoniste al Miela: Teatro, stand up, musica e incontri dal 1 al 18 marzo 2023 in un carosello di divertimento e sorpresa, con tanti spunti per riflettere e interrogarsi.

di Paola Pini

    Si è conclusa sabato scorso Protagoniste al Miela, la bella e fresca rassegna ideata da Massimo Navone, da qualche mese direttore artistico di Bonawentura/Teatro Miela di Trieste: otto spettacoli di prosa, un concerto, tre incontri e una mostra, proposti con un ritmo intenso dal 1° al 18 marzo, hanno visto la partecipazione attiva del pubblico interessato, vario tanto quanto gli eventi in cartellone.

    Al centro le donne in qualità di autrici, interpreti e soggetti in una manifestazione aperta e accogliente, che le ha viste offrire alle tante generazioni presenti molte tra le mille sfaccettature in cui l’universo femminile si declina. Pochi gli uomini, tutti giovani, a condividere con convinzione e coerenza un percorso mai banale.

    Dalla mitica epoca omerica osservata con occhi non ortodossi e attuali (La questione di Penelope) alle fiabe rivisitate con ferocia dissacrante (La principessa azzurra), dalla memoria familiare a far da cornice a un turbinio cabarettistico intorno al fumo (Cik pausa) alla cura di un adolescente maschio da parte di una femminista (AAA Cercasi sostegno) o di una madre novantenne (Mamma a carico), donne evocate o in scena.

    Si interrogano anche, dialogando con se stesse, in crisi per sorprendenti cambiamenti (Sto diventando un uomo) o, chiuse in bagno, con l’immagine di personaggi contemporanei in attesa di responsi fondamentali (Greta ed io).

Si raccontano condividendo con il pubblico la musica e le parole che hanno scritto (Nada in concerto), o l’esperienza professionale (Non ho parole).

Al teatro, inteso in senso più tradizionale, si aggiunge lo scambio più diretto tra pubblico e relatori  sui temi sociali oggetto e soggetto delle pièce proposte (l’incontro con le operatrici del Centro antiviolenza G.O.A.P. e la Compagnia Arti Fragili, ma anche Sotto il palco con l’autrice e interprete Gianna Coletti e Antonella Deponte dell’Associazione de Banfield), o collegando il testo teatrale di Marcela Serli da Claire Dowie con la mostra curata da Sergia Adamo. 

    È un femminismo interessante quello che appare in questa grande molteplicità di proposte, un femminismo che affronta argomenti molto seri, importanti, a volte anche tragici o drammatici mescolando stili e offrendo suggestioni capaci di parlare a chiunque.
    
    La denuncia, più o meno marcata, è vissuta con un’ironia e un’autoironia irresistibile e pervasiva, proponendo un modo altro per affrontare la complessità della nostra epoca.
    
    Ci vuole un’arte sopraffina per decidere se prendere di petto o aggirare le contraddizioni; ed ecco apparire la gioia piccola, più preziosa e realistica della felicità, o la risata sana, libera da retropensieri, o infine  la leggerezza nascosta, tenue scintilla a brillare nei momenti bui e faticosi dell’esistenza, chiaramente consapevoli che il ridere o il sorridere assieme può salvarci la vita.



Nel dettaglio e in ordine sparso (a causa di disguidi da attribuire a me soltanto ho purtroppo mancato un paio di spettacoli; so che sono stati molto apprezzati dal pubblico, ma non posso scriverne. Ne riporto ugualmente immagine e locandina):


CIK PAUSA - ovvero viaggio tra le molteplici e complesse personalità in pausa sigaretta

di e con Laura Bussani (collaborazione ai testi di Alessandro Mizzi, Marko Sosič, Stefano Dongetti); musiche originali Etoile Filante - Produzione Bonawentura

L’omaggio iniziale alla nonna materna e alla sua Polonia accarezza l’anima e la presenza dell’anziana donna si percepisce fino alla fine, mentre in scena Laura Bussani crea con maestria un carosello di personaggi diversissimi che divertono, coinvolgono e fanno pensare.

Tra lingue e dialetto, canzoni e travestimenti inframmezzati da fantastiche notizie che una radio trasmette, donne dalle età più varie si presentano e si raccontano, affidando al pubblico innumerevoli e luminosi frammenti di verità celati in mezzo a discorsi surreali e agrodolci.

L’universo femminile: una creazione lieve che sa ridere di sé per sorridere con gli altri.


GRETA ED IO - assolo per attrice

di e con Arianna Sain - Produzione Bonawentura

Leggerezza e profondità convivono in questo monologo: assieme ad Arianna Sain, interprete e autrice di un testo leggero nei toni, profondo nella sostanza, si sperimentano quelle montagne russe così comuni nei pensieri e nei discorsi delle donne quando si trovano a riflettere, non importa se dei massimi sistemi o della quotidianità.

Chiusa in bagno in attesa del responso che il test di gravidanza le darà, la giovane donna dialoga con la sagoma di Greta Thunberg affastellando, uno sull’altro, discorsi arzigogolati che si liberano poco a poco per toccare corde molto sensibili in chi ascolta, un flusso apparentemente contraddittorio, in realtà fin troppo vero. Nelle sue parole la soluzione si vede chiaramente, l’utopia è a portata di mano, la realizzazione davanti ai nostri occhi. La speranza fisicamente presente.

Perché, alla fine, il modo si trova.











AAA CERCASI SOSTEGNO
per madre single e femminista con figlio maschio e adolescente

di e con Monica Faggiani

in collaborazione con Teatro dell’Allodola - Le irriverenti

Si ride e ci si rispecchia nell’intelligente monologo di Monica Faggiani, brillante esempio di femminismo attuale.

Senza mai essere banale, l’autrice e interprete espone le proprie fragilità con ironia, autoironia, tenerezza e serenità, dimostrando in modo concreto come crescere assieme nella relazione con il proprio figlio maschio, bianco, eterosessuale e cisgender.

Perché se è vero che la cultura in cui siamo immersi ci modella, noi possiamo, nel nostro breve

percorso, contribuire a modificarla.

EMANUELA GRIMALDA: NON HO PAROLE!

Una vita da attrice da Trieste in giù - Intervista spettacolo condotta da Elisa Grando


LA PRINCIPESSA AZZURRA
regia Filippo Capparella e Saskia Simonet
con Filippo Capparella, Francesco Garuti, Saskia Simonet e Simon Thöni

Ritmi interpretativi pirotecnici, tempi comici perfetti, coreografia e testo acrobatici, saturi di riferimenti colti e popolari, “La principessa azzurra” è uno spettacolo che cattura fin dalle prime battute, coinvolge e sconvolge i ricordi e i riferimenti che ci appartengono dall’infanzia in una brillante lezione d’anatomia che seziona ed espone con lucidità estrema il lato oscuro della “Bella addormentata nel bosco”.

La verve interpretativa di Filippo Capparella, Francesco Garuti, Saskia Simonet e Simon Thöni ribalta la percezione di quella che credevamo essere una bella fiaba: quanto sono pesanti le catene che si celano dietro a quel …”e vissero tutti felici e contenti”!

Se all'inizio si ride tanto, lo svolgimento porta a qualcosa che raggela.

Le maschere cadono, rivelando la verità con chiarezza ineluttabile: senza la sottomissione della donna, il patriarcato va in frantumi.

Ed è forse proprio questo che, di questi tempi, così tanto spaventa…



MAMMA A CARICO - MIA FIGLIA A 90 ANNI
di e con Gianna Coletti -
drammaturgia di Gianna Coletti e Gabriele Scotti - regia di Gabriele Scotti
in collaborazione con l’Associazione de Banfield

SOTTO IL PALCO
Momento a tu per tu con Gianna Coletti, Antonella Deponte (Ass. De Banfield) e tutti i caregiver che lo desiderano: per una condivisione di vissuti e prospettive sul prendersi cura di una persona con deterioramento cognitivo.



NADA IN CONCERTO

Ha fatto tappa a Trieste il tour di Nada, presente al centro della Rassegna PROTAGONISTE AL MIELA.

Sold out per un evento che ha entusiasmato un pubblico molto eterogeneo per età.

Cantautrice, poetessa, scrittrice e attrice, Nada ha proposto brani tratti dal suo nuovo album, per andare poi a far scorrere indietro il tempo e, cantando assieme a chi c’era in platea e galleria i successi più classici, con la verve intramontabile di sempre ha invitato gli spettatori a vivere il momento tutto assieme e a mettere per un momento da parte la tecnologia.

Sul palco con lei: Andrea Mucciarelli alla chitarra, Francesco Chimenti al basso, Franco Pratesi alle tastiere, Luca Cherubini Celli alla batteria.



LA QUESTIONE DI PENELOPE
regia e progetto drammaturgico di Davide Rossi
con Alejandro Bonn, Veronica Dariol, Miriam Podgornik, Zoe Pernici
Compagnia Arti Fragili

La questione di Penelope ci ri-guarda perché continua a condizionare il modo in cui viviamo le relazioni fra i generi.

Troppo spesso ripetiamo atteggiamenti e comportamenti sbagliati, violenti, acquisiti e consolidati di generazione in generazione, senza renderci conto che potrebbero non appartenere alla nostra personalità.

Ed ecco che Compagnia Arti Fragili mette in scena questo nuovo e originale progetto dando voce ai personaggi “minori” che ruotano intorno alla mitica vicenda, quelli forse più vicini alla verità.

Li seguiamo attenti e ci ritroviamo cosi a mettere in discussione la “nostra Penelope”, quella che si nasconde nella stanza - interna a ciascuna e a ciascuno di noi - sollecitati a scegliere da che parte stare, non più come semplici spettatori compassionevoli, ma per imparare a riconoscere e a sostenere concretamente le tante Penelopi che la quotidianità ci fa incontrare.

INCONTRO con le operatrici del CENTRO ANTIVIOLENZA G.O.A.P. e gli attori della COMPAGNIA ARTI FRAGILI, per un approfondimento delle tematiche sulle donne vittime di violenza




Marcela Serli rilegge STO DIVENTANDO UN UOMO di Claire Dowie
traduzione di Monica Capuani
adattamento drammaturgico di Marcela Serli

Al Teatro Miela di Trieste una strepitosa Marcela Serli rilegge il potentissimo testo di Claire Dowie.

La sua interpretazione lascia il segno, portando la protagonista - che si sveglia una mattina rendendosi conto di trasformarsi progressivamente e inesorabilmente in un uomo - a sorprendersi del cambiamento fisico e mentale che sta subendo.

Si ride tanto e, come sempre capita di fronte a testi profondi, si pensa ancor di più.

Ci si concentra sempre troppo sull’aspetto esteriore, più immediato e semplice da notare, troppo poco o con superficialità alle ambiguità interiori di cui ognuno di noi è portatore.

Ci sorprendiamo se incontriamo un uomo truccato, ma non di una donna in pantaloni, oggi.

Senza comprendere che nei nostri pensieri e comportamenti siamo tutti e tutte, nel nostro piccolo, chi più e chi meno, degli androgini.

Come sarebbe tutto più semplice, se decidessimo di accettare la comune complessità per riconoscerci semplicemente PERSONE…

L(’)OTTO TUTTI I GIORNI - a cura di Sergia Adamo e Marcela Serli
Dialoghi e altre invenzioni su arte, femminismo e sovversione - evento collegato con:


GUERRILLA GIRLS - arte, femminismo e sovversione

Mostra a cura di Sergia Adamo, promossa dal Centro Interdipartimentale di Ricerca per gli Studi di Genere, l’Università degli Studi di Trieste e Stazione Rogers


















mercoledì 1 marzo 2023

1° marzo 2023 - Protagoniste al Miela: Con due spettacoli in una sera si apre la nuova e promettente rassegna del teatro triestino.

Protagoniste al Miela

Con due spettacoli in una sera si apre la nuova e promettente rassegna del teatro triestino.

Al centro le donne in qualità di autrici, interpreti e soggetti.



PROTAGONISTE AL MIELA





GRETA ED IO
assolo per attrice
di e con Arianna Sain
una produzione Bonawentura

Mer 01 19:00 / Gio 02 20:30 / Ven 03 19:00





CIK PAUSA
ovvero viaggio tra le molteplici e complesse personalità in pausa sigaretta
con Laura Bussani
testi di Laura Bussani con la collaborazione di Alessandro Mizzi, Marko Sosic, Stefano Dongetti
regia Marko Sosic
musiche originali Etoile Filante
una produzione Bonawentura

Mer 01 20:30 / Gio 02 19:00 / Ven 03 20:30



Greta ed io

Leggerezza e profondità convivono in questo monologo: assieme ad Arianna Sain, interprete e autrice di un testo leggero nei toni, profondo nella sostanza, si sperimentano quelle montagne russe così comuni nei pensieri e nei discorsi delle donne quando si trovano a riflettere, non importa se dei massimi sistemi o della quotidianità.

Chiusa in bagno in attesa del responso che il test di gravidanza le darà, la giovane donna dialoga con la sagoma di Greta Thunberg affastellando, uno sull’altro, discorsi arzigogolati che si liberano poco a poco per toccare corde molto sensibili in chi ascolta, un flusso apparentemente contraddittorio, in realtà fin troppo vero. Nelle sue parole la soluzione si vede chiaramente, l’utopia è a portata di mano, la realizzazione davanti ai nostri occhi. La speranza fisicamente presente.

Perché, alla fine, il modo si trova.


Cik pausa

L’omaggio iniziale alla nonna materna e alla sua Polonia accarezza l’anima e la presenza dell’anziana donna si percepisce fino alla fine, mentre in scena Laura Bussani crea con maestria un carosello di personaggi diversissimi che divertono, coinvolgono e fanno pensare.

Tra lingue e dialetto, canzoni e travestimenti inframmezzati da fantastiche notizie che una radio trasmette, donne dalle età più varie si presentano e si raccontano, affidando al pubblico innumerevoli e luminosi frammenti di verità celati in mezzo a discorsi surreali e agrodolci.

L’universo femminile: una creazione lieve che sa ridere di sé per sorridere con gli altri.



Paola Pini