lunedì 5 giugno 2023

5 giugno 2023 - La seconda parte di Riccardo secondo in scena a Trieste: brillante conferma per la Compagnia Artifragili




Trieste, Teatro Miela

26-27 aprile, 30-31 maggio, 29-30 giugno 2023


Secondo Riccardo

liberamente ispirato a Riccardo II di William Shakespeare


È andata in scena al Teatro Miela di Trieste la seconda parte di “Secondo Riccardo” la serie teatrale che la Compagnia Artifragili sta proponendo al pubblico riscrivendo il Riccardo II di Shakespeare, e la cosa si fa sempre più interessante.

Se infatti nel primo “episodio” il pubblico è stato coinvolto in ogni sorta di giochi, questa volta ci si è trovati letteralmente in ostaggio di un Merlo (Alejandro Bonn) armato di pistola, pronto a difendere a ogni costo (così almeno appare) il suo Re Riccardo (Davide Rossi), sempre più solo e isolato.




Brooke (Veronica Dariol) è tornata dall’esilio, ben intenzionata a riavere ciò che le spetta (e forse anche qualche cosa di più); la fedeltà alla Corona, del tutto distinta dalla fisicità di chi la porta, determinerà la scelta di campo di sua madre, la Duchessa di York (Romina Colbasso).




La coralità dello spettacolo è evidente fin dalle prime battute, in rima - come in versi è l’intero testo originario - e rimbalzanti da attore ad attrice con un ritmo che si fa subito ben sostenuto. 

Dopo un primo breve riassunto, si entra nel cuore della vicenda: l’abdicazione forzata di Riccardo a favore di Brooke con l’appoggio della Duchessa di York e il rifiuto di Merlo e la riscrittura qui appare ancor più interessante. 



Il testo shakespeariano si mimetizza sempre meglio: se il ritmo informale della recitazione cela testi originali, il linguaggio imitativo maschera monologhi molto convincenti scritti oggi, originali su ispirazione della trama o derivanti dalla cronaca politica recente; un po’ come fece Umberto Eco con “Il nome della rosa”, confondendo le acque tra elementi realmente medievali con altri appartenenti a epoche successive, ma abilmente camuffati, dando così vita a un rompicapo storico-linguistico di indubbio valore.



È un gioco che intriga, istiga lo spettatore a rileggere quel che scrisse Shakespeare, a divertirsi ulteriormente nello svelare le tracce lasciate e, una volta tornato a casa, a cogliere e a riconoscere le trappole nascoste nei condizionamenti che subiamo in modo subliminale o più scoperto nella vita di tutti i giorni.

Come ai tempi di Riccardo II, ci troviamo infatti in un’epoca di transizione e i meccanismi del potere analoghi, come analoga è la natura umana, dotata da sempre di scarsa fantasia, originale forse nei dettagli, ma nulla più.

Come allora, un cambio di passo, un nuovo modo di gestione dei tempi e dei modi, un superamento di remore rituali, una diversa strategia nella gestione delle masse, della folla, del popolo.

Altri tempi, altri metodi per uno stesso risultato.

Particolarmente efficace la scelta delle musiche: “Ho visto un re” come prologo ed epilogo (parole di Dario Fo, musica di Paolo Ciarchi, interpretato nella prima edizione da Enzo Jannacci e da un coro costituito da Cochi, Renato, Giorgio Gaber e altri); “Your song”, intimistica canzone di Elton John per il monologo in carcere di Re Riccardo; l’Inno UEFA per la Champions League che Tony Britten scrisse basandosi sull’Inno di incoronazione “Zadok the Priest” di Georg Friedrich Händel, cantato ancora oggi a ogni incoronazione di un Sovrano britannico, che a tutto volume aggredisce il pubblico prima del discorso d’investitura di Brooke.

Brillante, pirotecnica, originale, la seconda parte di “Secondo Riccardo” mantiene le promesse fatte nell’episodio precedente.

Attendiamo ora con curiosità e interesse il gran finale al Museo Sartorio di Trieste.


Paola Pini




Trieste, Teatro Miela

26-27 aprile, 30-31 maggio, 29-30 giugno 2023


Secondo Riccardo

liberamente ispirato a Riccardo II di William Shakespeare


regia Alejandro Bonn

progetto drammaturgico Davide Rossi

con Alejandro Bonn, Romina Colbasso, Veronica Dariol, Davide Rossi

uno spettacolo Artifragili con il sostegno di Bonawentura


Prima parte: mercoledì 26 e giovedì 27 aprile 2023, ore 20.30 -Teatro Miela

Seconda parte: martedì 30 e mercoledì 31 maggio 2023 ore 20.30 – Teatro Miela

Evento finale: giovedì 29 e venerdì 30 giugno 2023 ore 21.00 – giardino del Museo Sartorio


sabato 3 giugno 2023

3 giugno 2023 - Un uomo libero onorato da persone libere: il coro da camera Vikra porta a Trieste il progetto creato per il Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena a un anno dalla scomparsa di Boris Pahor




Trieste, 27 maggio 2023

Sala Victor de Sabata - Ridotto del Teatro Lirico Giuseppe Verdi

Concerto della Memoria e del Dialogo dedicato a Boris Pahor

Vikra - Coro da camera della Glasbena Matica di Trieste
Direttrice - Petra Grassi


Come esprimere a parole un’esperienza profonda e complessa, vissuta nella musica?

Per tentare, è necessario darsi tempo, mettere distanza tra l’evento e il momento della scrittura, provare ad analizzare qualcosa che nella sintesi si è rivelato potente e dolcissimo: il racconto, attraverso pagine di ogni tempo (brevemente inframmezzate con citazioni tratte dai suoi innumerevoli testi), della lunga e articolata biografia di un grande intellettuale a un anno dalla sua scomparsa.


Boris Pahor (1913-2022), scrittore triestino di lingua slovena, tradotto in numerose lingue, arrivò con gran ritardo ai lettori italiani.

Visse in prima persona gli episodi più tragici del Novecento e li superò grazie a un’irresistibile speranza, saggiamente composta con una serena fiducia, nonostante tutto, verso il genere umano; ed è stato forse proprio questo l’elemento guida per la costruzione di un indimenticabile concerto presentato lo scorso 27 maggio a Trieste, nella sala Victor de Sabata - Ridotto del Teatro Lirico Giuseppe Verdi.


Vikra, coro da camera della Glasbena Matica di Trieste diretto da Petra Grassi, ha voluto arricchire con ulteriori brani il programma originario, commissionato dal Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena ed eseguito con gran successo il 21 gennaio scorso.

Chiaramente diviso in tre parti (Con gli occhi di un bambino, Nella notte scura, Il miracolo di ciò che siamo), ripercorre l’esperienza biografica dell’autore a cui il concerto è stato dedicato.

Un omaggio a tutto tondo, perché la musica ha dato spazio anche alle sue parole: brevi citazioni scelte con perizia da Dunja Nanut e lette magistralmente - in sloveno e in italiano - da Tamara Stanese.


Un concerto lungo che non si sarebbe voluto finisse così presto, in cui l’amore per la musica, espresso da un’interpretazione attenta e rispettosa, è stato ricambiato dall’amore della musica stessa nei confronti di chi le ha dato voce da una parte, e di chi l’ha ascoltata con gratitudine dall’altra.

Come la montagna è capace di rispondere con sublime bellezza a chi vi si accosta con rispetto e attenzione, percorrendola con serietà e competenza, ma cercando al contempo di superare costantemente i propri limiti, così la musica sa restituire, moltiplicandolo, un analogo rispetto, una stessa intenzionalità.

A beneficiarne, in questo caso, non è soltanto chi la studia, la conosce e la interpreta, ma anche chi, spettatore, ha il privilegio di condividere, di riflesso, l’esperienza.


Ci si è ritrovati avvolti, abbracciati dalla verità, dalla bellezza, dall’umanità e dalla bontà, parole scritte da Boris Pahor e lette nell’ultima lettura della serata: un doppio omaggio, allo scrittore e alla musica, da parte di una compagine vocale di giovani, chiaramente matura non soltanto dal punto di vista tecnico e interpretativo (il livello qui è altissimo, in grado di offrire con naturalezza pagine musicali di indubbia complessità), ma consapevole anche di una responsabilità etica; ed ecco che la voce diventa strumento di incontro, proteggendosi così, con umiltà e disciplina, dal rischio di cadere nella vanagloria o nell’arroganza.


L’amore di una musica cantata dalle voci umane e dagli strumenti (il pianoforte di Martina Salateo, il flauto di Marco Obersnel - anche corista - e il violoncello di Sanja Repše) ha esposto tutti i presenti alla possibilità di riflettere sulle profondità dell’esistenza umana, di esplorare gli abissi e le altezze più estreme.


Perché, diretto dalla estrema sensibilità artistica ed esistenziale di Petra Grassi, Vikra accompagna il pubblico in un mondo magico, nel quale il suono è guida per conoscere l’Essere Umano, le sue fragilità, il suo cadere e rialzarsi, il suo gioire e disperarsi, il suo rinascere ogni volta nella speranza di essere un po’ migliore.

La condivisione di un patrimonio comune, arricchito anziché depauperato dalla convivenza di codici linguistici diversi, è la cifra caratterizzante, l’intera esperienza di questo Coro, luogo di incontro di personalità forti, di giovani donne e uomini autonomi e responsabili, di persone libere che, liberamente, scelgono di farsi dirigere da una donna in grado di portarli sempre più lontano, in luoghi che come singoli individui non potrebbero raggiungere, in un’ideale cordata che dopo nove anni dalla fondazione, continua a risultare stabile e forte.


Come riuscire, veramente, a esprimere con le parole tutto questo?


Paola Pini




Trieste, 27 maggio 2023

Sala Victor de Sabata - Ridotto del Teatro Lirico Giuseppe Verdi


Concerto della Memoria e del Dialogo dedicato a Boris Pahor


Vikra - Coro da camera della Glasbena Matica di Trieste

Direttrice - Petra Grassi

Martin Kozjek - baritono

Martina Salateo, pianoforte

Marco Obersnel - flauto

Sanja Repše - violoncello



Z otroškimi očmi / Con gli occhi di un bambino

M. Kogoj - Deček in sinička (il ragazzo e la cinciallegra)

E. Adamič - Pomlad na Goriskem (Primavera nel goriziano)

A Lajovic - Pesem deklice (La canzone della ragazza)

G. Bonato - Scite puer (Ljubi otrok - Dolce bambino)

P. Merkù - Chicchi di riso (Riževna zrna)


Noč je črna / Nella notte scura

H. Wolf - Im Stillen Friedhof (Na tihem pokopališču - Nel cimitero silenzioso)

P. Merkù - Madrigale della buona morte I (Madrigal dobre smrti I)

Madrigale della buona morte II (Madrigal dobre smrti II)

J. Ipavec - Zimska (L’inverno)

T. Bec - Deliver me, o Lord (Reši me, Gospod - Liberami, Signore)


Čudež je prav v tem, da človek je / Il miracolo in ciò che siamo

J. Gallus - Tempore felici non conoscuntur amici (Kadar nasmiha se sreča, prijateljev nihče ne sreča - Nel tempo felice, non si contano molti amici)

Conscia mens recti (Duh, ki svest je resnice - La coscienza retta)

Pauperiem modico contentus (Z malim sem bil zadovoljen - Soddisfatto di un po’ di povertà)

A. Copi - I believe (Verjamem - Credo)

P. Quaggiato - Sklepna pesem (Canto finale)

A. Copi - Magnificat

G. Bonato - Star(e)s

M. Kogoj - Sunce izhaja (Sorge il sole)

bis:
M. Kogoj - Stoji mi polje (Ho un campo)



Photo credits Jana Jocif

martedì 30 maggio 2023

30 maggio 2023 - Life is a Cabaret: gran successo di pubblico per la nuova produzione della Trieste Musical Company

 





Trieste - Teatro Miela

18 e 19 maggio 2023

Life is a Cabaret - Benvenuti al Kit Kat Klub, liberamente tratto dal musical “CABARET” di John Kander, Fred Ebb e Joe Masteroff

regia di Michele Amodeo


Al Teatro Miela di Trieste è andato recentemente in scena Life is a Cabaret - Benvenuti al Kit Kat Klub, brillante riscrittura di un testo dalle molte vite: musical (il Cabaret del 1965 con le musiche di John Kander, liriche di Fred Ebb e libretto di Joe Masteroff); film musicale (Cabaret anch’esso, ispirato dal precedente e diretto da Bob Fosse nel 1972, con Liza Minnelli e Michael York); adattamento teatrale (I’m a camera del 1951, con il testo di John Van Druten); romanzo (Goodbye to Berlin del 1939 di Christopher Isherwood, che con Mr Norris Changes Trains del 1935 costituisce un dittico sulla vita di un inglese a Berlino - l’autore stesso - lucido testimone del nazismo in ascesa). Un soggetto che evidentemente funziona e si mantiene fresco nel tempo, forse anche grazie alla dichiarazione iniziale di Isherwood all’inizio del romanzo stesso: la volontà di essere un semplice spettatore che, come una macchina fotografica, registra e testimonia senza prender parte attiva a un periodo molto particolare della Storia (tra la fine degli anni 20 e l’inizio degli anni 30 del ‘900) in una Berlino vivacissima e trasgressiva, ignara di trovarsi sull’orlo di un abisso tremendo.

Questa volta, a produrlo in collaborazione con il Festival Internazionale dell’Operetta FVG, è la TMC - l’Associazione Trieste Musical Company.

Si tratta di una realtà vivace e fresca: perché fondata nel 2019, per l’età degli attori e dei volontari, ma anche per essere coordinata da un gruppo di giovani: Aliki Pappas (Direttrice Artistica), Davide Coppola (Direttore Musicale), Michele Amodeo (Regista) e Giulia Cechet (Coreografa).

È una compagnia semiprofessionale di teatro musicale - costituita cioè da professionisti e da appassionati - il che le permette di cogliere il meglio dai due ambiti del mondo artistico: la competenza di chi lo fa per mestiere e l’entusiasmo di chi calca le scene pur vivendo di altro. Tale vincente combinazione fa sì che si riesca a giocare seriamente puntando al massimo dell’eccellenza individuale e collettiva, senza dimenticare mai che lo si fa per divertirsi e divertire. Se ciò avviene, si cammina sul filo, in perenne equilibrio tra due componenti fondamentali e necessarie per ogni spettacolo. Ed è una situazione altamente instabile, che qui riesce appieno.



Il pubblico in sala, numerosissimo in entrambe le recite, si è divertito per la verve scanzonata e convincente, ha partecipato commosso e preoccupato nel seguire le vicende dei personaggi - tutti ben tratteggiati e interpretati con efficacia dagli attori-cantanti (Diletta Faggioni, la candida Sally Bowles; Mattia Sferch, il romanziere Cliff Bradshaw; Roberto Zuardi, l’inquietante EMCEE, maestro delle cerimonie del cabaret; Elisabetta Cancelli, l’anziana acqua cheta Fräulein Schneider; Raffaele Antonio Tarditi, l’innamorato Herr Schultz; Ludovica Buri, la decisa Fräulein Kost; Luca Clai, l’impettito Ernst Ludwig; le esuberanti ragazze del Kit Kat Klub: Sofia Mangraviti, Rosie; Monica Messina, Texas; Ilaria Marzolla, Lulu; Ludovica Buri, Fritzie; Debora Manna, Helga; i Kit Kat boys/poi anche i nazisti: Riccardo Dalla Mora, Bobby; Matteo Ribolli, Victor/ e anche la scimmia; Edward Schembri, il marinaio Rudy).

Responsabili del successo anche le indimenticabili musiche ben eseguite, dal vivo e sul palco, dal TMC ensemble diretto da Davide Coppola (anche alla II tastiera), con Carolina Perez Tedesco, I tastiera; Camilla Collet, batteria; Kevin Reginald Cooke, basso; Andrea Corazza, clarinetto; Riccardo Pitacco, trombone.







Life is a Cabaret: recitiamo ruoli che crediamo stabili, fissi, decisi da noi stessi; ci illudiamo di essere gli unici artefici delle nostre esistenze, troppo spesso dimenticandoci di quanto dipendiamo gli uni dagli altri, nel bene e nel male.

Di quanto grande sia la responsabilità che ognuno ha nei confronti di chi gli sta accanto, non importa se conosciuto o ignorato, se odiato, amato o indifferente.







Paola Pini




Trieste - Teatro Miela

18 e 19 maggio 2023

Life is a Cabaret - Benvenuti al Kit Kat Klub, liberamente tratto dal musical “CABARET” di John Kander, Fred Ebb e Joe Masteroff

regia Michele Amodeo
coreografie Giulia Cechet
direzione musicale Davide Coppola
direzione artistica e costumi Aliki Pappas
musica dal vivo TMC Ensemble

Con:
Diletta Faggioni – Sally Bowles
Mattia Sferch – Cliff Bradshaw
Roberto Zuardi – EMCEE
Elisabetta Cancelli – Fräulein Schneider
Raffaele Antonio Tarditi – Herr Schultz
Ludovica Buri – Fräulein Kost/Fritzie
Luca Clai – Ernst Ludwig
Sofia Mangraviti - Rosie
Monica Messina - Texas
Ilaria Marzolla - Lulu
Riccardo Dalla Mora - Bobby
Matteo Ribolli - Victor
Debora Manna - Helga
Edward Schembri - Rudy

TMC Ensemble:
Andrea Corazza – clarinetto
Riccardo Pitacco – trombone
Carolina Pérez Tedesco – I tastiera
Kevin Reginald Cooke – basso
Camilla Collet – batteria
Davide Coppola – II tastiera e direzione

Realizzato da Trieste Musical Company in coproduzione con l’Associazione Internazionale dell’Operetta FVG


venerdì 19 maggio 2023

19 maggio 2023 - Dinosaur World Live: con la prima assoluta italiana al Rossetti di Trieste il meraviglioso mondo giurassico nutre l’immaginario di un pubblico entusiasta


Trieste - Politeama Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

dal 17 al 20 maggio 2023

 Dinosaur World Live

traduzione e adattamento italiano di Stefano Curti

Tutto nasce da una shakespeariana tempesta e da una famiglia di antropologi che approda , naufraghi, in un’isola misteriosa, abitata da animali sopravvissuti a un passato giurassico.

L’amore dei britannici per il Bardo permea l’intera vicenda a partire dai nomi di tutti i personaggi, ed è narrata in Italia da Romina Colbasso, un’energica e moderna Miranda (pro pronipote di Prospero?...) in scena con i puppeteer Thomas Gamble, Sharon Sze, Ross Lennon, Nick Halliwell, William Uden e Rhea Locker-Marsh, che qui interpreta anche il ruolo di assistente apprendista di Miranda.

Jurassic Park è uscito dallo schermo per approdare a teatro? Forse sì, ma senza gli errori legati a tentativi maldestri di addomesticare con arroganza una natura che chiede e pretende un meritato rispetto.

I bambini, che costituiscono la maggior parte (ma non la totalità) del pubblico, vengono coinvolti attivamente in questa cura, e da parte loro è evidente il desiderio di salire sul palco per dar da mangiare, accarezzare, pettinare, fare il solletico a queste marionette che sembrano vere, guidati da Miranda con l’amabilità e l’autorevolezza tipica di chi ha cura di più abituali animali da compagnia. Il personaggio li vede nascere, crescere e con orgoglio ne descrive le caratteristiche, e senza trascurare i diversi lati del loro carattere e personalità, con autorevolezza li tiene a bada.

Fondendo sapientemente la paleontologia con l’accudimento, gli spettatori restano incantati da un fantastico esempio di premura e attenzione nei confronti di un mondo perduto e ritrovato; un ecologismo ideale, certo, ma non per questo meno importante.

Si impara a conoscere e ad amare cuccioli e adulti, animali cresciuti e, se si è fortunati, appena usciti dall’uovo: Tamora e Tebaldo, i Tyrannosaurus Rex; Bruto e Bea, i Triceratops; Gertrude la Giraffatitan; Orlando, il Microraptor, Giulietta la Segnosaurus.

Dedicato ai bambini, è uno spettacolo capace di far bene a tutti: i marionettisti qui non stanno nascosti, ma costituiscono parte integrante dello spettacolo, ben visibili nel manovrare con perizia e nel dar voce, emettendo versi credibilissimi, a queste macchine stupende. C’è da restar rapiti nell’ammirare la loro perizia e nel veder muovere giganteschi personaggi costruiti in modo meraviglioso a cui è data vita con una vivacità tale da farli sembrare vivi.

Non si nega ovviamente il pericolo costituito dai due Tyrannosaurus Rex, noti carnivori, ma si dà grande spazio agli erbivori, terrestri e volanti.

L’attenzione è catturata fin da subito e l’arco narrativo si svolge emozionando tutti.

Fa bene al cuore essere partecipi di uno stile divulgativo coinvolgente, pensato per chi ascolta, adatto a tutte le età, senza essere banale, capace di indurre nel pubblico sentimenti di rispetto verso delle forme di vita da noi lontane nel tempo, ma presenti nell’immaginario di tutti.

Uno spettacolo, tradotto e adattato in italiano da Stefano Curti che sarebbe un vero peccato non vedere in scena in altri teatri del nostro Paese.

Paola Pini


Trieste - Politeama Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

dal 17 al 20 maggio 2023

 

Dinosaur World Live

traduzione e adattamento italiano di Stefano Curti

Scritto e diretto da Derek Bond

Ideatore dinosauri Max Humphries

Regia pupazzi Laura Cubitt

Direttore di scena:  Thomas Gamble

Con i marionettisti: Rhea Locker- Marsh, Sharon Sze, Ross Lennon, Nick Halliwell, William Uden

E con la partecipazione di Romina Colbasso nel ruolo di Miranda

Scene e costumi di Good Teeth

Suono di Tom Mann

Luci di John Maddox

Prodotto da Nicoli Entertainment

 

domenica 14 maggio 2023

14 maggio 2023 - Approda al Miela di Trieste “La lingua langue” con un pirotecnico Nicola Stravalaci


 

Trieste, Teatro Miela

11-12 maggio 2023


LA LINGUA LANGUE

Ovvero come imparare la lingua italiana e vivere felici


uno spettacolo di Francesco Frongia

con Nicola Stravalaci


Come parlare di grammatica senza essere pedanti?

Esagerando.

Con l'abbigliamento e gli accessori, i modi e i toni, i comportamenti nei confronti dell’argomento e del pubblico in ascolto.

Portando tutto alle estreme conseguenze.

Trasformando la sala del teatro in una classe improvvisata in cui gli spettatori siano eletti (o degradati) al rango di allievi di una classe improvvisata che per un’ora si trovi in balia di uno strampalato ed energico tiranno capace di padroneggiare con abilità l’intero spazio di platea e palcoscenico qual è il professor Stravalcioni (Nicola Stravalaci), perfetto nell’interpretare il protagonista di La lingua langue, funambolico testo di Francesco Frongia - produzione Teatro dell’Elfo.

Tra appassionate difese degli elementi di base della nostra grammatica, irresistibili esempi di errori pedestri pubblicati in rete o sulla carta stampata, appelli, interrogazioni e chiamate alla lavagna, il coinvolgimento di chi assiste si realizza e chi è entrato per godersi una serata rilassante, scopre suo malgrado di percepire sentimenti analoghi a quelli vissuti in passato, seduto dietro un banco in una qualsiasi lezione tenuta da un insegnante oltremodo autoritario, palesemente certo dell’irrimediabile ignoranza di qualsiasi studente.

E il pubblico ci sta.

Partecipa, si sottomette di buon grado, riconosce il potere di chi li sta aggredendo verbalmente, accetta il gioco.

Nicola Stravalaci appare come un funambolo, in costante equilibrio tra un’indubbia destrezza nell'improvvisare e una perizia interpretativa, dotate entrambe di un ritmo pirotecnico che si mantiene stabile, sostenuto anche da inserti video sagaci e altrettanto divertenti a far da contrappunto a quel che avviene dal vivo.

L’alchimia funziona, e Maria Montessori viene opportunamente evocata per alleggerire un’atmosfera da caserma che i presenti accettano di buon grado, ma che forse non avrebbero retto fino alla fine.

L’italiano non è un idioma semplice; e non ha vita facile, trovandosi in costante competizione con i tanti dialetti che caratterizzano le innumerevoli radici presenti nel nostro territorio, vera lingua madre per ognuno di noi.

Se a ciò aggiungiamo la distanza non colmata tra la lingua letteraria e quella colloquiale, più comune e usata quotidianamente, è evidente quanto non sia facile padroneggiarla da chi, non specialista dell’argomento, la usi semplicemente per trasmettere delle informazioni.

Tutto ciò non impedisce di provare un oggettivo piacere estetico quando si sente “parlar bene”, quando le frasi si susseguono armoniose, quando si ha la possibilità di ascoltare una poesia o le pagine di un testo scritto con sapienza. Trasformare tutto questo in una competenza che permetta di esprimersi verbalmente per comunicare con proprietà il proprio pensiero non è semplice, soprattutto se tale pratica è considerata di scarsa importanza da chi in pubblico con le parole agisce.

Di certo rappresenta una di quelle utopie che, se realizzate, porterebbero bellezza al mondo e, forse, ci aiuterebbero ad amare davvero il luogo in cui viviamo.   


Sperando di non aver commesso troppi errori o strafalcioni…


Paola Pini


Trieste, Teatro Miela

11-12 maggio 2023


LA LINGUA LANGUE

Ovvero come imparare la lingua italiana e vivere felici


uno spettacolo di Francesco Frongia

con Nicola Stravalaci

collaborazione a scene e costumi Saverio Assumma

luci Giacomo Marettelli Priorelli

produzione Teatro dell’Elfo


sabato 29 aprile 2023

29 aprile 2023 - Secondo Riccardo: la Compagnia Artifragili mette in scena a Trieste l’originale riscrittura del Riccardo II di William Shakespeare - prima parte





Secondo Riccardo: la Compagnia Artifragili mette in scena a Trieste l’originale riscrittura del Riccardo II di William Shakespeare - prima parte


Trieste, Teatro Miela

26-27 aprile 2023


Playing Shakespeare… playing with Shakespeare.

Interpretare, mettere in scena, giocare a, giocare con…

Il rispetto per un gigante del teatro e della letteratura non impedisce di declinare in tanti modi quel termine che in tante lingue (non solo in inglese) ha molteplici significati e che nella nostra può sfuggire. 

Riscrivere i classici, stravolgerli pur mantenendone lo spirito non è cosa semplice, e anche se tanti autori sono riusciti nell’intento, il rischio di cadere è grande.



I giovani attori della Compagnia Artifragili (Alejandro Bonn, Romina Colbasso, Veronica Dariol e Davide Rossi) non sono nuovi a questo tipo di operazioni e, dopo aver recentemente proposto con successo La questione di Penelope, stanno sfidando in questi mesi il Riccardo II di Shakespeare, stravolgendolo nella forma per restar ben fedeli alla sostanza: un teatro che si confronta con il pubblico e nel quale si rispecchia, che con esso procede per approfondire insieme un tema, quello del potere, che tutti riguarda.



Giocare, e giocando smontarne il meccanismo, provare a capire con ironia com’è fatto dentro, stravolgere i simboli che ne rappresentano la potenza e sostituirli con gli oggetti transizionali usati dai bambini per staccarsi dalla simbiosi con la madre. 

Sostituire i monologhi con altri, storicamente più vicini, altrettanto o forse più agghiaccianti degli originali, e solo apparentemente miti. 

Rendere un dramma in cinque atti in una serie in tre puntate, due in teatro e un gran finale all’aperto.

Trasformare duelli sanguinosi in giochi infantili, far emergere la parzialità di cui il potere si nutre con gentilezza e cordialità venefiche.



Secondo Riccardo è tutto questo e molto altro.

È allegro, divertente, spiritoso. Acuto e avvincente, si svolge in un teatro - il Miela di Trieste - rivoluzionato negli spazi e nei tempi a cui lo spettatore è abituato. 

Entrando in sala qualcosa sta già avvenendo sul palco di legno davanti alla platea, circondato dal pubblico che poco a poco riempie gli spazi lasciati liberi. 

Ma non si perde niente: è un breve preambolo che si ripete senza annoiare. Anzi. Aiuta a lasciar fuori la quotidianità che qui non serve.



Ci si sente e si viene coinvolti, si partecipa realmente; si ride e si pensa, si viene colpiti da una drammaturgia - progettata da Davide Rossi e diretta da Alejandro Bonn - che ci parla direttamente e che rende naturale quel che in altri paesi è ormai prassi consolidata: i due antagonisti (Bolingbroke e Mowbray) sono brillantemente interpretati da due donne, Veronica Dariol e Romina Colbasso. Quest’ultima vestirà anche i panni del duca di York, qui duchessa e regina ad interim. Alejandro Bonn è Gaunt (il padre di Bolinbroke) e Aumerle (figlio di York, qui chiamato Merlo), mentre Davide Rossi è re Riccardo, sempre in scena con il suo unico vero amico, un orsacchiotto.



La contaminazione tra parti originali, discorsi novecenteschi e invenzioni varie, fa brillare il testo shakespeariano di luce propria e fa emergere di colpo la sua forza  simbolica perenne, caricando quei momenti di una sacralità rituale non sempre percepibile oggi, a teatro o altrove.

Si tratta di qualcosa di nuovo che non risulta dirompente, ma che si inserisce con gentilezza nell’animo di chi vi assiste e fa germogliare qualcosa che sa di buono, di genuino, riportandoci ad accogliere con semplicità l’essenza più vera e profonda del far teatro.


Paola Pini 



Trieste, Teatro Miela

26-27 aprile, 30-31 maggio, 29-30 giugno 2023


Secondo Riccardo

liberamente ispirato a Riccardo II di William Shakespeare


regia Alejandro Bonn

progetto drammaturgico Davide Rossi

con Alejandro Bonn, Romina Colbasso, Veronica Dariol, Davide Rossi

uno spettacolo Artifragili con il sostegno di Bonawentura

foto di scena di Massimo Baxa


Prima parte: mercoledì 26 e giovedì 27 aprile 2023, ore 20.30 -Teatro Miela

Seconda parte: martedì 30 e mercoledì 31 maggio 2023 ore 20.30 – Teatro Miela

Evento finale: giovedì 29 e venerdì 30 giugno 2023 ore 21.00 – giardino del Museo Sartorio

martedì 25 aprile 2023

25 aprile 2023 - Secondo Riccardo: Artifragili propone al pubblico un dialogo condiviso sul potere

 


Secondo Riccardo: Artifragili propone al pubblico un dialogo condiviso sul potere


Trieste, Teatro Miela

26-27 aprile, 30-31 maggio, 29-30 giugno 2023


Secondo Riccardo

liberamente ispirato a Riccardo II di William Shakespeare



È la sera del 15 aprile 2023. Una compagnia di giovani attori si trova in un locale pubblico di Trieste. Intorno a loro numerosi tavoli sui quali si trovano fogli bianchi e penne. A poco a poco l’ampio spazio si anima e i posti a sedere iniziano a scarseggiare. Le persone già presenti - giovani e meno giovani - si stringono un po’ per accogliere i nuovi arrivati.

Ma cosa sta succedendo al Bar Libreria Knulp, che in pieno centro storico da vent’anni costituisce un vivace luogo di incontri formali e informali organizzati da tantissime realtà del mondo culturale e sociale di Trieste?

Stiamo assistendo alla prima uscita pubblica di Secondo Riccardo, percorso interessante e originale che Artifragili, Compagnia Teatrale Indipendente, propone alla cittadinanza con il sostegno di Teatro Miela Bonawentura.

Gli attori Alejandro Bonn, Romina Colbasso, Veronica Dariol e Davide Rossi Hanno deciso di infrangere la quarta parete ben prima che lo spettacolo abbia inizio e propongono al pubblico di riscrivere tutti assieme il Riccardo II di William Shakespeare attualizzando il testo originale che, con ritmo serrato pone al centro il potere e la sua gestione; cosa succede all’integrità di chi lo detiene nel momento in cui si relaziona con chi gli sta accanto; la fragilità di tutto ciò che è umano; la dinamica che sempre si instaura tra il potente e i cortigiani; la manipolazione del vero e del giusto…

L’incontro di quel sabato sera - vero e proprio riscaldamento - ha visto i presenti impegnati a fare l’identikit del loro leader ideale e a immaginare un contesto contemporaneo in cui sviluppare i temi proposti da questo dramma shakespeariano.

Seguirà, al Teatro Miela, il 26 e 27 aprile prossimi alle 20.30, la prima “restituzione” pubblica del lavoro che gli attori, integrando quanto raccolto con il progetto drammaturgico di Davide Rossi e la regia di Alejandro Bonn, porteranno in scena.

Altri momenti seguiranno in un’alternanza tra incontri e messinscene (la seconda parte sarà sempre al Miela alle 20.30 il 30 e il 31 maggio, mentre l’evento finale si sposterà nel Giardino del Museo Sartorio - con inizio alle 21.00 - il 29 e il 30 giugno).

Si tratta di un progetto singolare, qualcosa in grado di offrire l’occasione di riflettere su noi stessi e sul nostro agire, pubblico e privato; perché se è vero che il teatro ha in sé la capacità di parlare a ognuno di noi, in questo caso, trovandoci in una posizione più attiva e responsabile nei confronti di quel che andrà in scena, possiamo, come spettatori, domandarci: quale delle tante parti presenti in questo dramma ci calza meglio? Chi, tra i tanti personaggi, siamo noi? Ci siamo?

La forza dei grandi classici sta proprio nella loro capacità di cogliere l’universalità della natura umana, permettendo così una riscrittura in grado di mantenere il senso in un contesto molto diverso dall’originale.




Gli attori di Artifragili danno qui la parola al pubblico, lo coinvolgono, lo rendono partecipe di una scrittura condivisa precedente alla messinscena che procederà nel tempo, un percorso a tappe che si organizza e riorganizza in corso d’opera, proprio come di solito avviene dietro le quinte. Per chi lo vorrà sarà possibile dar vita a un legame diverso tra chi sta sul palco e chi in platea, tra chi racconta e chi sa ad ascoltare, tra chi guarda e chi si lascia guardare.

Una fantastica avventura.


Paola Pini



Trieste, Teatro Miela

26-27 aprile, 30-31 maggio, 29-30 giugno 2023


Secondo Riccardo

liberamente ispirato a Riccardo II di William Shakespeare


regia Alejandro Bonn

progetto drammaturgico Davide Rossi

con Alejandro Bonn, Romina Colbasso, Veronica Dariol, Davide Rossi

uno spettacolo Artifragili con il sostegno di Bonawentura


Prima parte: mercoledì 26 e giovedì 27 aprile 2023, ore 20.30 -Teatro Miela

Seconda parte: martedì 30 e mercoledì 31 maggio 2023 ore 20.30 – Teatro Miela

Evento finale: giovedì 29 e venerdì 30 giugno 2023 ore 21.00 – giardino del Museo Sartorio